1. In passato i media tradizionali erano l’espressione egemonica di un potere economico che li utilizzava per costruire il suo immaginario. Il racconto della società borghese come unica possibile aveva una mediazione sociale chiamata libertà di stampa.
2. Oggi la comunicazione è divenuta una merce che realizza il suo valore nello scambio nella rete fra milioni di persone che al tempo stesso ne sono i consumatori e i produttori, della sua forma e del suo contenuto. Una merce gratuita nel web e nei social, intercettata e controllata a costo zero. La merce comunicazione produce ricchezza per opera di eserciti di persone a cui è concesso uno stato di ricerca della sopravvivenza ma non un futuro di benessere. La merce comunicazione è dunque una merce di tipo nuovo, che si fonda sullo scambio simbolico culturale in grado di diffondersi e farsi mercato e generare miliardi di contatti venduti ai big data e alla pubblicità in funzione dei consumi.
3. La merce comunicazione non è più ancorata ai ruoli stabiliti dei precedenti sistemi informativi, non ha nulla a che fare con “il potere dei media” e la libertà di stampa. La merce comunicazione oggi -mediante il web e i social- genera comportamenti ed emozioni che incidono nei flussi finanziari e interagisce creando valore nell’economia politica che Stati e big delle grandi piattaforme si contendono.