Illustrazioni come scenografie di sogni silenziosi, sospesi tra le allucinazioni futuristiche di Moebius e le architetture misteriose di De Chirico. Mondi drammatici e instabili, pieni di silenzi e poesia, la poesia cruda e innocente di un bambino intrappolato nel futuro.
Un senso tangibile di presagio. Le tavole di Jun Cen si aprono su un mondo solitario e gentile, delicato, pieno di nostalgia. Qualcosa è appena successo o forse sta per succedere, in mezzo c’è questo universo in sospensione, in attesa. Le persone si muovono su traiettorie invisibili, vestono abiti futuristici che sembrano disegnati da Depero o Giacomo Balla. Solo alcune di loro si incontrano. Si parlano? In che lingua comunicano? Cosa si sussurrano?
“In fin dei conti, nella vita umana non vi sono misteri. Il mistero permane solo nell’arte, e il motivo di ciò è che il mistero è necessario all’arte”. – Yukio Mishima “Il tempio dell’alba”
L’architettura è adimensionale e poi subito multimensionale. L’effetto è quello di un paesaggio metafisico, una piazza di De Chirico rielaborata da un simulatore della realtà. Una vertigine, un senso di vuoto in cui si precipita ma senza l’oblio. Rimane una sensazione di infinita dolcezza, di un’epifania che sta per manifestarsi.
Cosa ci faccio qui? Chi sono io, e dove stiamo andando? Chi sono tutte queste luci? A cosa pensano questi occhi tristi? E’ mia quest’ombra? pensi che ci ameremo per sempre?
Come scene di un film. Forse è in questo che traspare il passato di animatore di Jun. Il mondo è governato da una logica molto rigida che sta nel colore, nell’impianto formale del disegno. Una verità sta per essere svelata ma la pellicola scatta e si riavvolge. I paesaggi sono di natura organica, ma si muovono in ecosistemi elettronici di sale macchine e orizzonti infiniti. C’è qualcosa di vivo e allo stesso tempo c’è qualcosa di rielaborato.
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Jun Cen ha una mente flessibile come l’acqua
Le origini cinesi, in particolar modo il pensiero del taoismo classico e del buddismo Zen, influenzano da sempre il modo in cui Jun percepisce la realtà e il suo personalissimo modo di intendere l’arte. “Gli antichi filosofi cinesi consideravano l’acqua la forma più elevata dell’essere. Proprio come l’acqua, più flessibile è la mente di un essere umano, più quella persona può essere ricettiva verso i conflitti interni ed esterni. L’idea di avere una mente aperta per vedere le cose da più punti di vista ispira la mia pratica artistica”.
Dopo il master la carriera di Jun Cen decolla in poco tempo, arrivano le commissioni importanti. Le sue immagini poetiche e futuristiche compaiono sulle più importanti testate americane The New York Times, The Washington Post, The Boston Globe e il mondo scopre l’universo “sognante, silente e misterioso” di Jun. Nel frattempo sviluppa anche le sue capacità di animatore e video artist.
Nel 2013 arriva il primo grande riconoscimento internazionale, Jun Cen vince l’Association of Illustrators Award come nuovo talento, uno dei più importanti premi al mondo nella carriera di un illustratore.
C’era un gran silenzio nella notte fonda di Marte, il silenzio che regna in un pozzo freddo e buio, con le stelle che scintillavano nelle acque dei canali e, respirando in ogni stanza, i bambini si rannicchiavano coi ragni d’oro stretti fra le dita, gli amanti mano nella mano, tramontate le due lune, fredde le torce, deserti gli anfiteatri marmorei. – Ray Bradbury
Medaglia d’oro della Society of Illustrators
Nella primavera del 2017 Jun Cen ha partecipato al progetto AVANTISSIMO che celebrava il genio del futurista Fortunato Depero in collaborazione con Fidenza Village e Fondazione Magnani-Rocca. L’artwork di Jun Cen e l’art direction di Cristian Grossi sono state premiate dalla Society of Illustrators di New York con una medaglia d’oro, uno dei premi più prestigiosi per gli illustratori di tutto il mondo.
Jun Cen è un artista cinese originario di Guangzhou (Canton) che oggi vive e lavora a New York. Diplomato al Master di Illustrazione del Maryland Institute College in Art, in pochi anni ha ottenuto un grande successo di pubblico che di critica. Le sue immagini oniriche ed intensamente emotive sono state pubblicate su The New York Times, The Washington Post, The Boston Globe, The Verge, Grantland, Oxford University Press, Elle China.
Nella sua breve carriera Jun ha già ricevuto due dei più prestigiosi premi per un illustratore: nel 2013 ha vinto l’Association of Illustrators Award come nuovo talento e di recente gli è stata assegnata la medaglia d’oro dalla Society of Illustrators di New York per il suo contributo al progetto AVANTISSIMO, ideato da Fidenza Village nella primavera del 2017 con l’art direction di Cristian Grossi per Kreativehouse. Con questi due riconoscimenti Jun si conferma uno degli illustratori cinesi più famosi al mondo.
Jun Cen è l’artista cinese rivelazione del 2018, in gennaio ha ricevuto la prestigiosa Medaglia d’oro della Society of Illustrators di New York nella categoria “Surface design” per il progetto AVANTISSIMO diretto da Cristian Grossi.