Così racconta la moglie di Böcklin, Angela, a proposito del lavoro e dell’ispirazione che il marito ha saputo trarre del paesaggio toscano durante i loro anni di vita in Italia.
Nelle illustrazioni di Erika Polizzi, la vincitrice del concorso This is your moment di Fidenza Village e Fondazione Antonio Ligabue, ho sentito rivivere esattamente questo spirito. In parte per lo stesso orizzonte geografico che li ha accolti, quello della Toscana, ma soprattutto per la malinconia trasognata tipica dei ricordi di viaggio racchiusa nelle sue illustrazioni.
Sono come istantanee scattate nelle ore dorate della giornata, quando tutto sembra assopito, immobile e sospeso.
Quando Erika mi ha raccontato della sua vita tra Firenze, dove ha frequentato l’Istituto d’arte e l’Accademia di Belle Arti, e Macerata, dove si è trasferita per il master di Ars in fabula, ho avuto la conferma di come i suoi lavori riflettano quella stessa magica atmosfera tipica del taccuino di viaggio.
Come un diario di viaggio.
Il taccuino di viaggio è uno strumento molto caro agli artisti di tutti i tempi che lo hanno utilizzato per i loro appunti, i loro bozzetti e per fissare su carta le loro impressioni, immersi nella natura, in giro per il mondo, alla scoperta di nuovi colori e nuovi paesaggi. È stato un supporto prezioso per molti grandi pittori, da Leonardo a Dürer, da Turner a Géricault, e tuttora è parte fondamentale anche per lavoro di giovani creativi e illustratori.
Proprio come Erika che nel libricino che porta sempre con sé cattura scorci immersi nel verde intrappolati subito dopo il tramonto – quando la luce calda della giornata ha appena lasciato lo spazio ai toni desaturati della sera che incombe – e stanze bagnate da una luce morbida e calda, o da ombre limpide e fresche.
Questi disegni vengono poi scansionati per la coloritura digitale, procedimento che le permette di provare innumerevoli soluzioni in cerca di quella migliore possibile, con l’eventuale aggiunta di nuovi elementi grafici (come ombre e dettagli non presenti in origine) o di intervenire anche sul disegno stesso quando è al lavoro su progetti più complessi e articolati.
Nelle illustrazioni di Erika Polizzi traspare la sua formazione ibrida, inizialmente orientata verso tecniche più tradizionali (oreficeria, tessitura, grafica, apprese nei laboratori dell’Istituto d’arte) e poi sui linguaggi della grafica: «Mi piace unire tecniche come la xilografia, che comporta anche una fatica fisica, e unirle alla modernità e alle soluzioni del digitale», racconta. Avviene così, come per gli schizzi dei proprio taccuini, che una stampa xilografica venga utilizzata come base per un’illustrazione colorata digitalmente, in un moderna sintesi tra stampa al torchio e tavoletta grafica.
Per Erika l’obiettivo dichiarato è quello, attraverso l’uso di nuove tecniche (da sperimentare e unire tra loro in un continuo percorso di formazione), di riuscire a raccontare sé stessa e il proprio mondo. Tra i suoi artisti preferiti l’illustratrice rivela ammirazione e passione per David Hockney, Paul Gauguin e Félix Vallotton: «cerco di conoscerli tramite le loro immagini, guardo alla loro capacità di raccontarsi cosa che, un giorno, vorrei essere in grado di fare anche io».
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Erika Polizzi, classe 1993, ha frequentato l’Istituto d’Arte e il triennio in Accademia a Firenze, diplomandosi nel 2018. Spinta dalla curiosità rispetto al mondo dell’illustrazione partecipa alla Summer school di Ars in Fabula a Macerata, dove viene a contatto con artisti internazionali come Simone Rea, Roger Olmos e Anna Forlati che la stimolano e la incoraggiano a tentare la selezione al Master Ars in Fabula dove viene ammessa tra i 25 talentuosi illustratori selezionati. Nel 2020 vince il concorso This is your moment indetto dalla Fondazione Ligabue e Fidenza Village.