Sì, il principe l’ha tradita con la moglie del fornaio, così lei lo lascia e si mette proprio con il fornaio, abbandonando il castello e una vita fatta di lusso e apparenze. O almeno è così che gli autori del musical Into the Woods hanno immaginato andassero le cose, perché quello delle fiabe è un mondo oscuro, spesso ricco di insidie e pericoli: attenti a ciò che desiderate, potrebbe avverarsi! Riletto in chiave psicanalitica, freudiana, antropologica e semantica, è un enorme bagaglio comune che continua a fornire stimoli nuovi e spesso inaspettatamente stuzzicanti.
Nelle illustrazioni di Daniela Spoto motivi sgargianti su fondo nero – tipici delle stoffe e dei costumi sardi – incontrano la resa grafica tipica della tecnica xilografica – sia essa di matrice giapponese o europea (le due due convivono armoniosamente) – e i toni morbidi e trasparenti degli acquerelli.
Daniela anima il suo lavoro con l’immaginario delle fiabe in tutte le sue declinazioni, da quelle paurose a quelle più giocose. Un immaginario ibrido, sia nei modelli che nelle tecniche, dove digitale e tradizione si incontrano e si rincorrono, spesso impossibile capire dove finisca la matita e dove inizi la tavoletta grafica. Soluzioni più classiche come matite e acquerelli vengono utilizzate per lavori più lirici e articolati, mentre per disegni più ironici e leggeri la preferenza passa a tecniche digitali. Quello che non passa mai in secondo piano però la qualità e la musicalità del suo tratto, morbido e sicuro. I suoi lavori trasmettono sempre una spiccata sensibilità per i materiali: le carte, i colori autunnali e i diversi medium sono scelti e abbinati tra loro con cura e istinto, in una felicissima e delicata galleria di chine, grafite e matite colorate.
“Ho sempre amato Poe e Hoffmann – i racconti gotici, i racconti crudeli, racconti meravigliosi, racconti del terrore, narrazioni favolose che parlano direttamente il linguaggio dell’inconscio: gli specchi; la proiezione del sé; castelli abbandonati; foreste stregate; oggetti sessuali proibiti” – Angela Carter
Che siano selve selvagge e notturne immerse nell’oscurità o eleganti steli disposti su sfondi avorio come in antichi e ordinati erbari, è qui, in questa Terra di Mezzo sospesa tra magia e affetti familiari, che Alice nel Paese delle Meraviglie incontra le Kitsune (spiriti giapponesi dalle sembianze di volpe).
Come nelle fiabe uno dei grandi protagonisti è il bosco, così anche nelle illustrazioni di Daniela Spoto grandissimo rilievo trova il mondo vegetale, che accoglie le sue fanciulle, a volte con fare minaccioso altre volte con carattere accogliente e protettivo.
Un’immaginazione fervida e rigogliosa nutrita dal mondo dai boschi e della vegetazione spontanea della sua infanzia in Sardegna: «quando ero piccola ero convinta che le streghe abitassero nei boschi». Arazzi medievali, creature scappate dal bestiario di Hieronymus Bosch, figure femminili con fattezze fanciullesche, pronte all’avventura in un mondo magico, pieno di insidie e di stupore: l’illustratrice fa rivivere le atmosfere del folklore dove il favoloso incontra la (sua) quotidianità e i suoi ricordi, costruendo una realtà magica, intima e personale.
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