Trovare Dio nelle cose di tutti i giorni. Lo sguardo lento di Muhamet Spahiu

fotografia instagram, la poesia di muhamet spahiu
Muhamet Spahiu, Autoritratto, 2024 © Courtesy of the artist

Muhamet Spahiu, per gli amici Meti, è un giovane artista di origine albanese che vive sull’Appennino vicino a Parma. Nei suoi video la poesia del quotidiano diventa un modo per raccontare il suo mondo interiore, immagini che riescono a comunicare molto più delle parole. Meti è musulmano e vede la perfezione della creazione di Dio nella quotidianità delle piccole cose. Nei suoi video c’è spiritualità, nostalgia e un autentico elogio della lentezza.

Quando ritorna comincia il suo progetto “People of Parma” riprendendo quello che vede ogni giorno con un semplice iPhone. “sentivo proprio la mancanza del paesaggio, sarà anche un po’ cliché, ma mi mancava il classico caffè italiano, piccolo, del vicoletto. Bloccato in Albania ho subito il fascino che gli stranieri hanno dell’Italia.” 

Nello stile di Muhamet c’è l’estetica “lenta” di Instagram e il cinema di Wim Wenders. Ma c’è qualcosa di più, la sensazione di trovarsi davanti a qualcosa di spirituale, quasi illuminato dall’interno, come una carezza che si posa leggera sulle cose e te le mostra per la prima volta, purissime, come il primo giorno del mondo.

Muhamet Spahiu, Daughter of Casablanca, 2023 © Courtesy of the artist
Muhamet Spahiu, Daughter of Casablanca, 2023 © Courtesy of the artist

Che cosa cerchi quando fai una foto o un video?

Non ho nessun obiettivo in mente, mi piace essere costante nel documentare la città o la vita di tutti i giorni. Io cerco la spontaneità. Non mi piace impostare una scena o un ritratto. C’è più bellezza, secondo me, nella spontaneità. Non so spiegare da cosa derivi il desiderio di volerla anche trasmettere. Ma è un sentimento che ho, lo sento dentro e voglio portarlo fuori. 

“La fotografia per me è riuscire a catturare i momenti quotidiani, la bellezza che riesci a trovare nei momenti quotidiani. L’ho sempre usata come tramite perché non sono molto bravo con le parole. Mi è sempre venuto più facile esprimermi con le immagini che a parole.” 

A chi ti ispiri?

All’inizio ho provato a emulare diversi fotografi e videomaker, ma in realtà la mia fonte di ispirazione sono i libri e la musica. Se sto ascoltando una canzone e mi colpisce una linea, un verso o una traccia, me la segno, penso che accada in modo inconscio/incosciente che cerchi di esprimerla.

I libri mi ispirano. Ho cominciato a leggere tanto intorno ai 18-19 anni. All’inizio, prima di cominciare a leggere in modo costante, avevo questa idea che i libri e i film sono la stessa cosa. Invece no, il libro mi stimola molto di più immagini visive, mentali, perché te le stai creando tu, mentre il film te le consegna lì già pronte. I libri sono un buon modo per allenare l’immaginazione. 

Leggendo i libri o ascoltando una canzone mi vengono in automatico le immagini in testa.

Mi creo le scene come se fossi un regista di quello che succede nella mia testa. Mi succede anche con le canzoni a volte, ma più con i libri. Mi immagino se dovessi dirigere io il video di quella canzone lì e mi vengono molte immagini in testa. Invece con i libri, più calmo è il racconto e più è facile. Con la musica sono tutti movimenti veloci e frenetici.

Quindi non ho un regista o un fotografo preferito. Negli ultimi 3-4 anni mi è piaciuta molto la scena del nord Africa, dei fotografi e dei vari artisti, mi piaceva molto il loro modo di trasmettere le cose. Uno di questi è un artista marocchino Ismail Zaidy @l4artiste, l’ho conosciuto su Instagram. Questa cosa di documentare la quotidianità l’ho imparata molto da loro. Un’altra è @fatimazohraserri, sono entrambi della stessa città, Marrakech. Ho provato a riportare il modo in cui documentavano le loro città, anche qua a Parma. 

Nel 2023 Contempl’Art ha selezionato un suo scatto di Muhamet per rappresentare l’Albania nella grande mostra collettiva “Les Balkannes” a Parigi che raggruppava fotografi e registi della nuova scena artistica balcanica. 

Nel 2024 cinque scatti di Muhamet sono selezionati per il primo numero del magazine “Balkanism” dal titolo “Diversity as Strength” presentato al Migration Museum di Londra ed esposti nella seconda edizione della mostra “Les Balkannes” a Parigi.

Nella primavera di quest’anno insieme a Kreativehouse Meti ha firmato la campagna di comunicazione del Festival delle Culture di Ravenna in collaborazione con il museo Mar e Amnesty International Italia. Una serie di video che mescolavano interviste, videoritratti, letture e performance urbane in concomitanza con la mostra “Exodus – Umanità in cammino” del fotografo Sebastião Salgado.

Come nasce People of Parma?

Ho una specie di metodo: Mi metto un obiettivo, ad esempio fare una passeggiata di un’ora, e le scene che incontro e mi piacciono le riprendo, ma non programmo niente. Alcune scene ce le ho già in testa. Non è che mi faccio la lista quando faccio il giro per Parma, però ho già la scena pronta e se mi capita la catturo. Ci sono scene che so che vorrei trovare, ma non le condizioni perché succedono. È un modo per trovare un equilibrio tra la spontaneità, l’autenticità, e quello che mi piacerebbe riprendere.

Che cosa ti fa stare bene?

Più di qualcosa che mi fa stare bene ti posso dire cosa mi fa stare tranquillo. Quello che cerco non è per forza stare bene, ma essere tranquillo. Sono musulmano credente. E noi musulmani crediamo che sia tutto scritto. Quello ti dà un grande grado di tranquillità perché sai che sopporterai momenti brutti, momenti buoni, ma è già tutto scritto. Non nel senso che siamo tutti determinati. Nel senso che se fai del bene andrà tutto bene. 

A me piace proprio il processo del filmare. Non voglio dire che sia una forma di meditazione, ma è qualcosa che ci va vicino. Sono concentrato solo su quella cosa lì, in quel momento, non penso a niente, e già quello è un momento di tranquillità per me. 

E penso che tu possa trovare bellezza in ogni elemento della creazione. Che sia un fiore se tu ti metti a studiarlo scientificamente o anche solo a guardarlo, è bello in entrambi i modi. Poi ovviamente la cosa è moltiplicata dieci o cento volte negli esseri umani. E così come puoi trovare segni della mano di un artista in una statua o in un quadro, la stessa cosa vale tra Dio e la sua creazione.

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